Tre Mirarchi, tre squadre, tre capolista. Dai campionati di A1 viene fuori la storia di una famiglia speciale, tutta pane e pallanuoto: Maurizio allena le ragazze della Despar Messina vicecampione d’Italia, la figlia Veronica è tesserata con la Sis Roma, Cristiano con la Bpm Sport Management a Busto Arsizio. Dopo quattro giornate, sono tutti al comando. E se tre Mirarchi vi sembrano pochi, sappiate che c’è pure Massimiliano: studia (Economia aziendale) e gioca al Whittier College nella contea di Los Angeles. Tutti attaccanti, un marchio di fabbrica. L’unica non sportiva è mamma Elisabetta, la loro prima tifosa.
PADRE E FIGLIA. Sabato, al Foro Italico, ci sarà la sfida nella sfida tra Maurizio (55 anni) e Veronica (20). «È la seconda volta che accade, ma è come se fosse la prima perché stavolta il risultato è incerto», avverte il tecnico. La prima fu il 10 gennaio 2015, le siciliane s’imposero 13-5 in trasferta nella stagione in cui le romane retrocessero (mentre Mirarchi senior era subentrato in corsa a Luca Tarquini). «Ci siamo sentiti in questi giorni senza far cenno alla partita… Lapallanuoto è la nostra vita, ma è bello viverla senza stress. Divertirsi è la priorità. Un pregio di Veronica? La determinazione, in tutto ciò che fa. Nello sport come a scuola. Ma un po’ di testardaggine in meno non le farebbe male», spiega Maurizio, imperiese trasferitosi a Roma all’età di 18 anni, dieci campionati con le Fiamme Oro e due con l’Anzio, poi allenatore di Fiamme Oro, Lazio, Roma, Bogliasco e Acquachiara (anche c.t. azzurro all’Universiade di Kazan 2013) prima di lanciarsi nella pallanuoto femminile a Messina. «Ho scoperto un mondo profondamente diverso da quello maschile, ritengo che le donne siano più ricettive, però bisogna prestare maggiore attenzione alla componente psicologica» osserva il capofamiglia, che della pallanuoto non fa a meno neanche d’estate: in quel periodo si disputa il campionato maltese e nelle ultime tre stagioni ha guidato l’Exiles.
Il Messina è tra le squadre che contende lo scudetto alle campionesse di Padova, la Sis di Pierluigi Formiconi è fin qui la grande rivelazione del torneo (tre vittorie e un pareggio, a quota 10 c’è pure il Bogliasco): «Una sorpresa anche per noi, ma non perdiamo di vista l’obiettivo della salvezza. Siamo un bel gruppo, il torneo è equilibrato e la trasferta di papà non sarà agevole: facciamo che chi perde paga la pizza» scherza Veronica, mancina, studentessa in Osteopatia. Nel 2015 prese parte all’Universiade di Gwangju. Faceva nuoto (delfino), poi a 15 anni preferì la pallanuoto: «Non potevo tradire la tradizione di casa».
Nella pallanuoto, fu padre contro figlio pure in passato: tra gli altri, Tullo Pandolfini alla guida della Pozzillo Acireale quando Giannozzo giocava nel Lerici, oppure il savonese Claudio Mistrangelo quando Federico militava nella Pro Recco.
I FRATELLI Cristiano (25 anni) e Massimiliano (22) sono legati da un percorso comune, perché pure il maggiore andò a studiare negli Usa: con Ucla, due anni fa, laurea (anch’egli in Business Economy) e titolo Ncaa. «Un’esperienza preziosa» dice l’attaccante della Sport Management (a punteggio pieno come Brescia e Recco), nel Settebello tra il 2009 e il 2010. Dalla California lo chiamò l’amico Adam Wright, nel 2015 Cristiano si riaffacciò in Nazionale. Adesso, dunque, l’americano della famiglia è Massimiliano, ex Lazio e Latina: «Dovrò laurearmi a maggio, poi deciderò se restare un altro anno per seguire un Master».
Ieri, intanto, Cristiano e la Bpm hanno battuto 13-11 l’Osc nel ritorno dello spareggio per l’accesso ai preliminari di Champions, però all’andata gli ungheresi avevano vinto 10-6 (la Bpm va in Euro Cup). Il Brescia invece a Herceg Novi (Montenegro) ha perso 11-8 cocon lo Jadran, ma si qualifica in virtù del 14-5 di gara 1.
Franco Carrella